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L’acquisto della prima casa rappresenta una delle scelte più importanti nella vita di una persona, ma comporta anche una serie di impegni finanziari significativi. Tra questi, spiccano le tasse che gravano sull’immobile e i costi legati al mutuo.

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Capire le implicazioni fiscali e i costi di finanziamento è fondamentale per chi desidera affrontare l'acquisto in modo consapevole e pianificato. Questo articolo esplorerà le principali tasse sulla prima casa e analizzerà i costi legati alla stipula e alla gestione di un mutuo, offrendo una panoramica completa per chi si appresta a compiere questo importante passo.

Un po' di storia

2014

La legge di stabilità varata dal Governo Letta aveva cambiato nuovamente le regole, cercando di fare ordine e di chiarire le nuove imposte immobiliari. Per quanto riguardava l’IMU, era dato per certo che non sarebbe più stata applicata sulla prima casa, ma solo sugli altri immobili di proprietà, comprese le abitazioni date in comodato ai familiari di primo grado (sempre che avessero una rendita catastale oltre i 500 euro, o in riferimento all’ISEE dell’inquilino). Era poi entrata in gioco nella prima parte del 2014 la Mini IMU, ovvero una sorta di conguaglio per i comuni che avevano subito l’esenzione del pagamento per l’anno 2013.

L'imposta municipale che restava invariata per le case diverse dalla prima e per gli altri immobili e terreni, doveva essere pagata rispettando le normali scadenze, ovvero il 16 giugno e 16 dicembre.

La sigla di riferimento attuale, in quel mare di difficoltà e cambi di nomenclatura, era la IUC, ovvero l'imposta che racchiudeva tutte le varie tasse relative alla casa e ai servizi comunali.

Esamina le implicazioni dell'imposta di bollo per i contratti di locazione e come queste possono influenzare te e i tuoi inquilini nel nostro articolo tematico.

2015

  • Eliminazione dell'IMU sulla prima casa: Esclusa per l'abitazione principale (eccetto che per le abitazioni di lusso classificate come A/1, A/8 e A/9).
  • Introduzione della TASI: Tassa sui servizi indivisibili (abolita poi nel 2020).

2016

  • Bonus ristrutturazioni e Ecobonus: Proroga delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica degli edifici.

2017

  • Superbonus 110%: Annuncio preliminare del Superbonus che sarebbe stato introdotto negli anni successivi, incentivo per interventi di efficienza energetica e riduzione del rischio sismico.

2018

  • Proroga Ecobonus e Bonus ristrutturazioni: Conferma delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica e ristrutturazione.

2019

  • Introduzione del Bonus Casa: Unificazione di diversi incentivi per la casa, inclusi il Bonus mobili e il Bonus verde.

2020

  • Superbonus 110%: Implementazione e dettagli del Superbonus 110% per interventi di efficientamento energetico e antisismici, con possibilità di cessione del credito e sconto in fattura.
  • Abolizione della TASI: Eliminazione della Tassa sui Servizi Indivisibili come parte di un più ampio intervento di semplificazione fiscale.

2021

  • Proroga del Superbonus 110%: Estensione della validità del Superbonus oltre la data inizialmente prevista, per supportare la ripresa economica post-pandemia.
  • Bonus Facciate: Conferma della detrazione al 90% per interventi di recupero o restauro delle facciate esterne degli edifici.

2022

  • Ulteriori proroghe: Proroga di vari bonus, tra cui il Superbonus 110%, il Bonus Facciate, e l'introduzione di nuove agevolazioni per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici in caso di ristrutturazioni.

2023

  • Revisione dei Bonus Edilizi: Annuncio di possibili modifiche alle condizioni e alle percentuali di detrazione di alcuni bonus edilizi, in un contesto di razionalizzazione delle spese pubbliche e di contrasto alle frodi.

L'Iva sull'acquisto della casa è pari:

  • al 4% se si tratta della prima casa
  • al 10% negli altri casi

Accanto a quest'imposta, tuttavia, ne gravano altre che hanno un peso diverso a seconda che si tratti della prima o delle altre case.
Si parla delle imposte di registro, ipotecarie e catastali che sono state stabilite in misura fissa (504 Euro). Il prezzo dichiarato nell'atto notarile dovrà corrispondere al valore di mercato della casa; dal 3 luglio 2006 è stata infatti abrogata la regola che impediva al fisco la contestazione del prezzo dichiarato nell'atto nei casi in cui si rivelava superiore al valore catastale dell'immobile.
E' importante, prima di procedere all'acquisto, conoscere tutte le norme e le tutele previste per l'acquisto direttamente dal costruttore.

IMU sulla prima casa

L’IMU è l’imposta municipale unica o imposta municipale propria, che si applica sulle proprietà patrimoniali immobiliari. Questa imposta serviva ad accorpare in un unica imposta sul reddito delle persone fisiche o IRPEF e l’imposta comunale sugli immobili che è l’ICI.

Si tratta di una tassa che è stata inserita dal decreto legislativo numero 23 del 14 marzo 2011, durante il IV Governo Berlusconi. Il Governo Monti ha apportato delle modifiche a tale decreto e ha deciso di farlo entrare in vigore prima dei due anni previsti mediante l'introduzione dell'articolo 13 del decreto legge numero 201 del 6 dicembre 2011.

E' dunque in vigore dal 2012 ed è stata applicata per qualunque tipo di abitazione. Questa Imposta sulla prima casa ha avuto carattere sperimentale dal 2012 ma è stata recentemente soppiantata da altre forme di tassazione degli immobili.

Elementi da considerare per il calcolo dell'IMU

Per calcolare quanto si paga è necessario in primis rintracciare il valore della rendita catastale riportato sul contratto di compravendita stesso. È necessaria inoltre la classificazione della tipologia di immobile.

Sere inoltre la base imponibile e il relativo moltiplicatore che varia in base alla classificazione e alla tipologia dell'immobile. Ultimo valore necessario l'aliquota IMU che è del 4 per mille per la prima casa e varia invece tra il 7,5 e il 7,6 per mille per le altre tipologie di immobili.

Ottenuti tutti questi valori si dovrà moltiplicare l'aliquota riferita alla tipologia dell'immobile oggetto del contratto di compravendita e il valore catastale dello stesso. Sulla prima casa potranno infine essere applicate delle detrazioni fiscali di circa duecento euro.

I coefficienti catastali sono i seguenti

  • 160 per i fabbricati del gruppo catastale A e delle categorie catastali C/2, C/6 e C/7 (esclusa la categoria catastale A/10);
  • 80 per i fabbricati del categorie catastali A/10 e D/5;
  • 60 per i fabbricati del gruppo catastale D (esclusa la categoria catastale D/50). Il 1 gennaio 2013 questo moltiplicatore sarà elevato a 65;
  • 55 per i fabbricati della categoria catastale C/1..

Le ultime novità per il calcolo

L’imposta municipale unica può essere calcolata anche se non siete gli unici proprietari dell’immobile, in tal caso dovrete specificarlo nello specifico campo “quota di possesso” inserendo anche il numero dei proprietari che vi risiedono con diritto alla decurtazione.

Quindi potrete calcolare in maniera autonoma oltre semplice e veloce la vostra quota relativa all’imposta municipale unica, collegandovi ad un sito web specifico che vi spiegherà in maniera chiara e dettagliata tutti i passi da seguire per ottenere il "calcolo dell’IMU" relativo al vostro immobile di proprietà. Oggi è possibile pagare l’imposta anche online, basterà infatti semplicemente collegarsi all’internet banking della vostra banca e attraverso alcuni semplici click accederete all’area bonifici e pagamenti dove scaricare il modello F 24 e di seguito compilare tutti i campi richiesti.

Tasse sulla prima casa: Tasi, questa sconosciuta

La Tasi è la tassa sui servizi indivisibili: manutenzione stradale, illuminazione pubblica, ecc... Essa dovrà essere pagata dal 2014 e grava su proprietari degli immobili e sugli inquilini, secondo una aliquota che dipende dalle decisioni del comune di riferimento. Il calcolo del valore di questa tassa si effettua a partire dalla base imponibile e della rendita catastale relativa alla prima casa.

E per finire... la tassa sui rifiuti: TARI

L'ultima componente della IUC è la Tari, una tassa che grava sulla prima casa e che riguarda la raccolta dei rifiuti urbani.

Questa terza componente dell’Imposta Unica Comunale serve appunto a coprire le spese per la gestione dei rifiuti, e si fonda sulla misurazione della quantità prodotta in relazione alla proprietà o detenzione di un’area o di un locale in grado di produrli.

L’ambito di applicazione dell’imposta Tari è la superficie dichiarata o comunque già conosciuta in quanto precedentemente soggetta alle imposte comunali quali la Tares.
La tariffa e la sua possibile rateazione verranno decise a livello comunale (ad esempio, a Roma viene gestita dall’AMA).

Tariffa rifiuti: tutte le informazioni sui pagamenti

Dal primo gennaio 2013 è attiva la nuova tariffa sui rifiuti, denominata Tares ovvero “Tariffa comunale sui rifiuti e i servizi”che andrà a sostituire la vecchia Tarsu e la Tia, dove presente.

La nuova imposta è figlia del decreto Salva Italia ad opera del Governo Monti. È nata per riempire le casse comunali gravate da numerose spese e non più in grado di finanziare i numerosi servizi ambientali.
Quello che è importante, infatti, è che il denaro raccolto verrà destinato alla manutenzione delle strade, all'illuminazione pubblica e a tutti i servizi definiti “invisibili” ovvero che non hanno un'identificazione chiara anche se indispensabili per la viabilità.

Tares

La tassa sui rifiuti ha un costo sicuramente superiore sia alla Tarsu che alla Tia, la tariffa per l'igiene ambientale che è stata attivata solo da un piccolissimo gruppo di comuni. Il valore della dipenderà dalla quantità di rifiuti indifferenziati che verranno prodotti: pagherà di meno, quindi, chi si focalizzerà di più sulla raccolta differenziata. Tuttavia, a questo valore andranno sommati 30 centesimi – finalizzati, come si diceva, a pagare tutti i servizi ambientali – per metro quadro che, nei Comuni più in difficoltà, potranno arrivare a 40 centesimi.

Il dato che, in ogni caso, necessita di attenzioni è che non saranno solo i proprietari di immobili a pagarla, ma anche coloro che occupano o detengono aree scoperte, ovvero: negozi, uffici, capannoni. È stato calcolato che la cifra che lo Stato riceverà sarà sicuramente superiore al miliardo di euro. La tassa potrà essere pagata o con bollettino postale o tramite il modulo F24.
Il pagamento verrà dilazionato in quattro tranche dove la prima, invece che essere a gennaio com'era stato annunciato, sarà a luglio.

Facciamo un esempio pratico: la tariffa sui rifiuti nel comune di Roma

A partire dal 2003, in applicazione del Decreto Ronchi, il Comune di Roma ha introdotto l' imposta Rifiuti (Ta.Ri.) in sostituzione della Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani (Tarsu).

La Tariffa, regolata dalla normativa comunale, ha adottato una nuova definizione dei costi con l’introduzione di misure tariffarie rapportate alla quantità dei rifiuti effettivamente prodotta. La Tariffa è indirizzata a coloro che, a qualsiasi titolo, occupano o conducono locali, a qualunque uso adibiti, esistenti nel territorio comunale; per occupazione si intende anche la sola disponibilità materiale dei locali e delle aree.

Si considerano idonei a produrre rifiuti tutti i locali o aree allacciati alla rete di erogazione dell’energia elettrica.

Il calcolo tiene conto dei metri quadri dell’abitazione e del numero dei componenti del nucleo familiare. Il calcolo della tariffa legata a uffici e società si basa invece sui metri quadri dell’immobile e sulla quantità dei rifiuti prodotta dalle singole categorie.

Il pagamento è calcolato su base annuale e il pagamento è suddiviso in due semestri: 1° gennaio – 30 giugno e 1° luglio – 31 dicembre.

Contattare gli operatori AMA per la tassa sui rifiuti

Per avere indicazioni e per comunicare registrazioni, variazioni, chiusure dell'utenza o per richiedere riduzioni e facilitazioni per l' Imposta sull'immondizia è possibile telefonare al numero “Chiamaroma” 060606. Sarà l'operatore AMA a richiamare l’utente per fornire informazioni e/o risolvere la pratica telefonicamente. Il bollettino M.Av. allegato al documento Ta.Ri. può essere pagato:

  • on line, collegandosi al sito www.scrignopagofacile.it; per iscriversi, selezionare la voce utente anonimo, poi pagamento con avviso, poi MAV ELETTRONICO (bollettino di avviso), inserendo in basso il codice utente che si trova sul MAV inviato da AMA. Il servizio prevede un addebito di commissione per pagamento con carte di credito.
  • senza addebito di commissione presso: gli sportelli della Banca Popolare di Sondrio; gli sportelli bancomat della Banca Popolare di Sondrio; gli sportelli di qualsiasi altra banca
  • con addebito di commissione presso: le poste; ricevitorie SISAL-Superenalotto autorizzate, sfruttando il codice a barre o tramite il cellulare WIW (codice esercente 10003/ info all'indirizzo www.popso.it/wiw)
  • con carta di credito circuito VISA, MasterCard o American Express, telefonando al numero unico 199.151.166 senza scatto alla risposta (da rete fissa tariffa € 0,0836 al minuto, da rete mobile tariffa vigente applicata dal singolo gestore).

È possibile attivare anche la domiciliazione su conto corrente bancario (RID), recandosi presso lo sportello del proprio istituto e comunicando i seguenti dati: codice SIA 993R8, tipo codice 3, codice per utenza RID (Codice fiscale o Partita IVA) che si trovano personalizzati nella parte superiore di ogni bollettino.

Il numero unico 199.151.166 fornisce informazioni sui pagamenti; le Società che attiveranno la domiciliazione bancaria (RID) della propria Imposta sui Rifiuti, riceveranno in automatico l’importo totale suddiviso in 6 rate.

I documenti Ta.Ri., contenenti più semestri con importo superiore a 300 euro, hanno la somma dovuta rateizzata in 4 bollettini. È comunque possibile effettuare il pagamento in un’unica soluzione presso una qualsiasi banca e senza addebito di commissione.

Rateizzare l'imposta

Alla domanda di rateizzazione delle emissioni periodiche della quota può essere inoltrata ad AMA ed è concessa esclusivamente per cause di obiettiva difficoltà economica documentabile. La richiesta deve essere corredata da ISEE (indicatore di situazione economica equivalente) e da una copia del documento di identità del richiedente.
Uffici e società

Per gli uffici e le società, la richiesta di rateizzazione delle emissioni cicliche della quota è concessa unicamente per bilancio in passivo o altri motivi eccezionali che la giustifichino. La richiesta deve essere corredata da documentazione comprovante e da una copia del documento d’identità del rappresentante legale della Società e inviata ad AMA S.p.A., via fax o per posta.

Dove si pagano le tasse sulla prima casa?

Le possibilità sono molte:

  • Bollettino postale
  • Contanti
  • Assegni bancari
  • Bancomat
  • Postapay e Postamat
  • Vaglia
  • Modello F24

Quest'ultima possibilità merita qualche parola in più. Il Modello F24 è il modulo utilizzato per pagare la maggior parte delle tasse e imposte, come anche per il calcolo dell'IMU. L'introduzione di questo istituto ha semplificato molto la vita dei contribuenti che non devono, quindi, fare riferimento ad un documento diverso per ogni elemento. Il modulo tuttavia è abbastanza complesso, visto che contiene diversi codici in ogni sezione: ogni codice corrisponde ad una tassa diversa.
Per quello che riguarda la nostra tassa, questo si trova nella sezione “Imu e altri tributi locali” e i codici relativi sono:

  • 3912 per la prima casa
  • 3914 per i terreni
  • 3916 per le aree edificabili

Oltre a questo, occorre inserire il codice del Comune, disponibile nel sito dell'Agenzia delle Entrate.

Agevolazione acquisto prima casa: scopri tutte le novità

Il bonus prima casa è un'agevolazione fiscale offerta dallo Stato a coloro che vogliono acquistare la loro prima abitazione. L'obiettivo principale di questa misura è di favorire l'accesso all'acquisto di una casa per le famiglie e di stimolare il mercato immobiliare. Nel corso degli anni, il bonus è stato oggetto di diverse modifiche e aggiornamenti, al fine di chiarire alcuni aspetti e rendere più accessibile il beneficio.

Requisiti per usufruire del bonus prima casa:

  1. L'acquirente non deve essere proprietario, in tutto o in parte, di un'altra abitazione nel comune dove si trova la casa da acquistare.
  2. La casa deve essere destinata a residenza principale dell'acquirente e della sua famiglia. È necessario stabilire la residenza entro 18 mesi dall'acquisto.
  3. Non aver usufruito in passato del bonus prima casa o di altre agevolazioni fiscali per l'acquisto di una prima abitazione.

Tra le principali agevolazioni offerte dal bonus prima casa, si possono citare:

  • Riduzione dell'imposta di registro (generalmente, si passa dal 9% al 2% per gli acquisti di immobili da privati e dal 22% al 4% per quelli da costruttori);
  • Esenzione dall'imposta ipotecaria e catastale.

Le ultime novità riguardanti il bonus prima casa riguardano principalmente le seguenti aree:

  1. Ampliamento dei beneficiari: In alcuni casi, il bonus può essere esteso anche a coloro che sono già proprietari di un immobile, purché lo stesso venga venduto entro un anno dall'acquisto della nuova abitazione.
  2. Maggiore flessibilità: Il termine per stabilire la residenza nella nuova casa è stato esteso da 6 a 18 mesi, dando maggiore tempo agli acquirenti per trasferirsi.
  3. Agevolazioni anche per ristrutturazioni: Il bonus prima casa può essere utilizzato anche per la ristrutturazione dell'immobile acquistato, a condizione che i lavori siano avviati entro un anno dall'acquisto.

Le agevolazioni fornite dal bonus prima casa includono:

  1. Riduzione dell'Iva: per chi acquista casa direttamente dall'impresa costruttrice, l'Iva viene ridotta dal 10% al 4%.
  2. Imposte catastali e ipotecarie
  3. Imposta di registro
  4. Credito d'imposta

Per accedere a questi benefici, il richiedente deve soddisfare i seguenti requisiti:

  1. Non essere proprietario di altro immobili
  2. Non possedere abitazioni nello stesso comune dell'immobile da acquistare come prima casa.
  3. Non essere titolare di diritti reali d'uso, usufrutto o di abitazione.

La tipologia di abitazioni che usufruiscono delle agevolazioni

Il bonus prima casa è un'agevolazione fiscale offerta dallo Stato per l'acquisto della prima abitazione. Tuttavia, non tutti gli immobili possono usufruire di questi benefici. 

Le agevolazioni si estendono anche alle pertinenze della prima casa nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, a condizione che siano destinate al servizio dell'abitazione principale e che quest'ultima sia acquistata con il bonus prima casa. Tuttavia, il bonus riguarda solo una pertinenza per ciascuna categoria catastale.

Recentemente, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito un'eccezione importante: i benefici del bonus prima casa possono essere estesi anche a una seconda abitazione, nel caso in cui la prima non sia più in grado di soddisfare le esigenze abitative della famiglia per motivi di inidoneità soggettiva (ad esempio, per vetustà, numero di vani, superficie, adeguamento sismico o normativo) o inidoneità oggettiva (vincoli giuridici derivanti da locazione o diritti reali). In questi casi, il proprietario può beneficiare delle agevolazioni anche per l'acquisto di una seconda casa nello stesso Comune.

Cosa verificare prima di comprare casa

Quando vi sembrerà di aver trovato la soluzione che fa per voi sarà necessario controllare: l’affidabilità del venditore o della società; i documenti relativi al bene (ipoteche, irregolarità urbanistiche, regolamento di condominio con le tabelle millesimali, licenze di costruzione).

Individuata la casa da acquistare, la proposta di acquisto rappresenta il primo passo da compiere. Deve essere redatta in forma scritta, allegandovi, come acconto, un assegno non trasferibile intestato al proprietario.

Se il venditore accetterà le vostre condizioni e controfirma la proposta, è stato trovato l’accordo e le parti saranno vincolate a portare a termine la compravendita. La parte venditrice, dunque, incasserà l’assegno che diventerà caparra confirmatoria.

In caso di non accettazione da parte del venditore, l’agente immobiliare dovrà restituirvi l’assegno.

Il contratto preliminare o compromesso per comprare casa

Il contratto preliminare è l’accordo scritto con il quale le parti si obbligano reciprocamente alla stipula di un successivo contratto definitivo (rogito).
In questo contratto dovranno essere indicati:

  • i dati anagrafici delle parti;
  • gli identificativi catastali dell’immobile;
  • il prezzo di vendita;
  • la somma già versata all’atto della proposta d’acquisto con relativo numero di assegno;
  • i tempi e i modi di pagamento;
  • la conformità del fabbricato alle disposizioni di legge e ai regolamenti urbanistici ed edilizi;
  • le eventuali ipoteche, vincoli, pesi, oneri, trascrizioni pregiudizievoli o pignoramenti che la parte venditrice si obbliga ad estinguere entro e non oltre la data del contratto definitivo;
  • la data entro la quale dovrà essere stipulato il rogito.

Il compromesso è una scrittura privata redatta in forma semplice. Può essere redatto da un notaio e trascritto per conferire al contratto una maggiore rilevanza.

Il venditore dovrà effettuare la comunicazione di cessione di fabbricato entro 48 ore.

Documenti necessari alla stipula

Per la stipula notarile saranno necessari questi documenti:

  • atto di compravendita;
  • documento di identità e Codice Fiscale del proprietario;
  • planimetrie catastali;
  • visure catastali;
  • visure ipotecarie;
  • certificazione energetica dell’immobile.

Per comprare casa, dunque, non basta vederla e comprarla immediatamente. Dal momento in cui vi è piaciuta al momento in cui sarete legittimamente in possesso delle chiavi passerà almeno qualche settimana ma nella norma questo intervallo di tempo può superare il mese.

Costo casa per metro quadro

Al momento dell'acquisto di una casa o di un immobile in generale, è necessario conoscere un dato fondamentale, ovvero il prezzo per metro quadro.
Si tratta di un valore che può variare di anno in anno, a seconda dell'andamento del mercato generale.
Nello stesso territorio di Roma, ad esempio, il prezzo per metro quadra cambia notevolmente non solo in quartieri diversi, a anche nel giro di pochi isolati.
Per questo motivo è opportuno conoscere, al momento dell'acquisto, il reale valore degli immobili determinato appunto da questa variabile.

Come si determina il costo per metro quadro di un immobile?

Conoscere il valore reale di una casa che si sta acquistando potrebbe risultare assai difficile per l'acquirente, anche nel caso necessiti di un mutuo da parte delle banche. Per ovviare a questo tipo di difficoltà, si è cercato di fare un po' di chiarezza a livello di amministrazione territoriale: infatti è possibile consultare il sito dell'agenzia del Territorio.

Il sito dell'agenzia del Territorio

Il servizio offerto dall'agenzia permette di avere una visione della reale quotazione di tutti gli immobili delle varie zone di Roma; infatti, ogni semestre vengono rilasciati i dati relativi al periodo in questione, secondo quanto rilevato da un apposito osservatorio del mercato immobiliare.
Oltre ai numeri riportati dalle puntuali cartografie presenti sul sito, attraverso cui è possibile studiare minuziosamente il prezzo per metro quadro delle case in affitto o in vendita, l'agenzia del Territorio fornisce molti altri servizi all'utente.

Quanto costano le case a Roma?

Secondo la nostra guida per comprare casa nella capitale la speculazione edilizia è all'ordine del giorno. I futuri acquirenti di un immobile devono necessariamente confrontarsi con i dati più o meno oggettivi forniti dalle agenzie. Al 2022, la situazione del costo per metro quadro non è così diversa dai semestri precedenti. Come è immaginabile, la zona del Centro Storico è quella con le tariffe più alte.

Chi non ha un grosso budget deve "accontentarsi" delle aree più economiche. Rientrano in quest'area lowc ost i quartieri Torre Angela, Grotte Celoni e Ponte di Nona, non a caso le più attive dal punto di vista dei cantieri immobiliari.

Credito d'imposta per la prima casa

Dal 1” gennaio 1999 a coloro che intendono acquistare un immobile come prima casa, non appartenente alla categorie di lusso, entro un anno dall’alienazione della precedente abitazione acquistata con le agevolazioni prima casa (alienazione anche a titolo gratuito con la donazione), è concesso un credito d’imposta fino a concorrenza dell’imposta (di registro o IVA) corrisposta al precedente acquisto agevolato.

Il credito spetta in misura pari all'imposta pagata sul primo acquisto e non può essere superiore all'ammontare dell'imposta legata al nuovo acquisto.

L'acquirente può usufruire del credito d'imposta e godere delle aliquote agevolate, anche in caso di cessione prima di cinque anni dell’immobile acquistato con i benefici prima casa, se riacquista entro un anno un altro immobile da adibire a propria abitazione principale. Continua a leggere la nostra guida per comprare casa.

Come usufruire del credito

E' possibile usufruire del credito d’imposta anche se il nuovo acquisto è soggetto a una imposta differente dal precedente acquisto (IVA o imposta di registro). Il credito d’imposta può essere utilizzato (entro 10 anni dalla sua origine e trasferito in caso di morte del titolare agli eredi) con le seguenti modalità alternative:

  • in diminuzione dell'imposta di registro o dell'IVA sull’acquisto della nuova abitazione.
  • in detrazione all'lrpef, sulla base della prima dichiarazione da esibire dopo l’acquisto della nuova abitazione.
  • in compensazione del debito relativo a altri tributi, ritenute o altri contributi previdenziali.

Speriamo che la nostra guida per comprare casa ti sia stata utile!

Vantaggi del comprare nuovo sui costi gestionali

Oltre ai vantaggi sopra citati e di più facile intuizione, tra i vantaggi del comprare nuovo troviamo sicuramente quelli relativi ai costi di gestione dell’immobile e quindi alle tipiche voci spesa che sono l’acqua, l’elettricità e il gas.
Il vantaggio più grande di vivere i tempi odierni riguarda sicuramente le tecnologie che, in quanto avanzate, garantiscono un risparmio considerevole in bolletta.
Per quanto riguarda il risparmio di acqua questo avviene grazie agli impianti per il riciclo dell’acqua che sfruttano la pendenza del tetto al fine di far confluire l’acqua piovana in un apposito serbatoio di raccolta, attraverso la grondaia.

Durante questo processo l’acqua viene sia filtrata che purificata al fine di eliminare batteri e sostanze nocive, rendendola pronta per essere immessa nell’intero sistema.
Recuperare l’acqua piovana vi permette di utilizzarla al posto di quella che proviene dall’acquedotto per lo sciacquone del WC, per innaffiare le piante o altri usi.
Tra gli altri vantaggi del comprare nuovo, troviamo sicuramente quello relativo al risparmio elettrico che riguardano sia il singolo impianto domestico per ridurre al massimo le dispersioni di corrente, sia per quanto riguarda l’intero condominio grazie alla possibilità di installare i pannelli fotovoltaici.

Un impianto fotovoltaico produce energia elettrica utilizzando la radiazione solare tramite i moduli fotovoltaici in grado di convertire l’energia solare in elettrica.
L’impianto è connesso, solitamente, sia all’utenza finale e quindi all’impianto elettrico della casa, sia alla rete elettrica nazionale.

In questo modo è possibile consumare in modo diretto l’energia autoprodotta per alimentare i consumi dell’abitazione, oppure immetterla in caso di eccedenza.

Per quanto riguarda il risparmio di gas, questa è sicuramente la nota dolente delle utenze, soprattutto perché lo utilizziamo sia per cucinare che per produrre acqua calda che per riscaldare gli ambienti.
Ad oggi però è possibile scegliere alcune delle migliori tecnologie per il risparmio come il riscaldamento a pavimento che fa circolare l’acqua ad una temperatura di 35/36 gradi e quindi più bassa rispetto ai tradizionali sistemi. È possibile, inoltre, puntare sulla sinergia tra la pompa di calore e l’impianto fotovoltaico andando ad eliminare la fornitura del gas e vivendo, dunque, in una casa totalmente elettrica!

Ecco, dunque, che tutti i vantaggi del comprare nuovo vanno a ripercuotersi su quella che viene definita “obsolescenza” e quindi sull’esigenza di ragionare sul lungo periodo e su come saranno gli immobili tra dieci o vent’anni affinché l’immobile che acquistate oggi possa competere con gli altri presenti sul mercato un domani.

Quando una casa è di lusso

Lo status di “casa di lusso” modifica il regime dell'Iva sull'acquisto della casa, pertanto è necessario conoscere i requisiti che permettono all'abitazione di accedere a questa categoria.

Innanzitutto è necessario che il terreno sul quale sorge sia definito “di lusso”, ovvero destinato a ville oppure sia un parco.
I metri quadrati minimi che una casa del genere deve possedere sono pari a 3.000. L'abitazione può avere una piscina non inferiore agli 80mq, oppure almeno 650mq di campi da tennis.

Anche gli appartamenti possono guadagnare questo status. L'importante è che non abbiano una cubatura inferiore ai 2000m³ e che l'area sia pari ad almeno 240mq dove si escludono box, terrazze, balconi.

Altre caratteristiche che rendono una casa di lusso sono:

  • Una superficie utile superiore a 160mq
  • Terrazzi di 65mq
  • Il possesso di più di un ascensore per ogni scala
  • Il possesso di scale di servizio anche non in presenza di vincoli di legge

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.