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Dopo avervi parlato del codice fiscale, oggi cambiamo decisamente argomento. I bond subordinati sono sotto i riflettori, ultimamente. La vicenda di Banca Marche, Banca Etruria, Cari Chieti e Cassa Ferrara, per cui Banca d’Italia ha iniziato un progetto di risoluzione per conservarne la continuità dei servizi creditizi e finanziari offerti, ha fatto sapere all’opinione pubblica le obbligazioni subordinate e le loro caratteristiche. Sfortunatamente motivo – nelle ultime vicende - di grosse perdite per i loro possessori.

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Lo ha sottolineato la stessa Banca d’Italia nella nota che ha seguito in amministrazione straordinaria le 4 banche:“

In altre parole azionisti e obbligazionisti subordinati non hanno più niente.

Cosa sono 

I bond subordinati sono una determinata categoria di obbligazioni il cui risarcimento – nel caso di problemi finanziari per l’emittente - si verifica dopo quello dei creditori ordinari. 

Le obbligazioni subordinate sono un tipo di strumento di debito in cui il credito dell'obbligazionista è subordinato a quello dei creditori senior. Ciò significa che, in caso di insolvenza, gli obbligazionisti subordinati riceveranno il pagamento solo dopo che tutti gli altri creditori saranno stati pagati per intero. I detentori di questi titoli ricevono solitamente rendimenti più elevati rispetto alle obbligazioni più senior, poiché presentano un rischio maggiore e scadenze più lunghe. Le obbligazioni subordinate hanno generalmente scadenze che vanno dai 5 ai 30 anni e possono essere garantite o non garantite. Possono anche essere dotate di clausole di protezione contro le richieste di rimborso e possono rappresentare sia una forma di finanziamento per le aziende che un'opportunità di investimento per gli investitori. 

Le obbligazioni subordinate sono a volte chiamatejunior” per distinguerle da quelle non subordinate (o senior”). Hanno un indice di rischio maggiore, naturalmente incorporata nei guadagni, rispetto a quello delle obbligazioni senior. 

Obbligazioni subordinate: le tipologie in circolazione

Con le ultime regole sui requisiti, la divisione tra le molte categorie di obbligazioni subordinate è varia e le tipologie si sono ridotte a 2: Tier 1 e Tier 2. Precedentemente le tipologie di bond subordinati erano 4, che adesso andremo a vedere nel dettaglio.

I tier 1

Le obbligazioni subordinate Tier 1 rappresentano una categoria di strumenti finanziari particolarmente rischiosa per gli investitori, poiché sono classificate come obbligazioni di debito subordinato, il che significa che, in caso di insolvenza o di liquidazione dell’emittente, i titolari di tali obbligazioni vengono rimborsati solo dopo che tutti gli altri creditori dell’istituto (come obbligazionisti senior, creditori chirografari e altri creditori privilegiati) sono stati interamente soddisfatti. Questa subordinazione, che le relega in fondo alla gerarchia dei creditori, comporta un rischio elevatissimo per il capitale investito, tale per cui, in scenari di difficoltà economica o di default dell’emittente, la probabilità di perdere fino al 100% dell’investimento è molto concreta.

Caratteristiche delle obbligazioni subordinate Tier 1

Le obbligazioni subordinate Tier 1 sono spesso emesse da banche e istituzioni finanziarie come parte del loro capitale regolamentare, utilizzato per soddisfare i requisiti patrimoniali stabiliti dalle normative internazionali, come quelle di Basilea III, che richiedono un certo livello di resilienza finanziaria per assorbire eventuali perdite. Questi titoli sono considerati "strumenti ibridi", perché combinano caratteristiche delle obbligazioni con alcune caratteristiche delle azioni, come la possibilità di sospendere il pagamento delle cedole in situazioni di crisi, senza che l’emittente sia considerato in default.

Una delle peculiarità delle obbligazioni Tier 1 è proprio la possibilità per l'emittente di non corrispondere le cedole in caso di insufficienza di utili o di capitale, e senza l'obbligo di recupero o compensazione nei periodi successivi. Questo aspetto le rende ancora più rischiose rispetto alle obbligazioni tradizionali, dove il mancato pagamento degli interessi è considerato un evento di default. Di conseguenza, l'investitore deve considerare la possibilità di non ricevere reddito periodico dall'investimento, un elemento che può incidere significativamente sulla decisione di includere o meno queste obbligazioni nel proprio portafoglio.

Rischio di perdita totale del capitale

Il rischio di perdita totale del capitale investito è intrinseco alle obbligazioni subordinate Tier 1, principalmente per due motivi:

  1. Subordinazione: Come accennato, in caso di insolvenza dell’emittente, i titolari di obbligazioni Tier 1 si trovano in fondo alla lista dei creditori. Solo dopo che sono stati interamente rimborsati i creditori senior, i chirografari e tutti i creditori privilegiati, si arriva ai creditori subordinati Tier 1. Se i beni residui dell’istituto non sono sufficienti a coprire anche queste obbligazioni, gli investitori possono subire una perdita totale del capitale.

  2. Clausole di assorbimento delle perdite e conversione forzata: Questi strumenti finanziari spesso contengono clausole di assorbimento delle perdite, come i "write-down" o la "conversione in azioni" forzata. Tali clausole permettono alla banca di ridurre il valore nominale delle obbligazioni subordinate o di convertirle in azioni ordinarie in caso di gravi difficoltà finanziarie, per rafforzare il capitale di base. In scenari estremi, quindi, un investitore potrebbe ritrovarsi a detenere azioni ordinarie di una banca in difficoltà, con una perdita di valore significativa o totale rispetto all'investimento iniziale.

Differenze rispetto alle obbligazioni subordinate Tier 2 e Tier 3

Per comprendere meglio il livello di rischio associato alle obbligazioni Tier 1, è utile fare un confronto con altre categorie di obbligazioni subordinate, come le Tier 2 e le Tier 3:

  • Tier 2: Le obbligazioni Tier 2 presentano un rischio inferiore rispetto alle Tier 1 poiché sono rimborsate prima in caso di insolvenza e tendono a offrire una remunerazione fissa senza clausole di assorbimento delle perdite così stringenti come quelle dei Tier 1.
  • Tier 3: Conosciute come "debito subordinato di terzo livello", queste obbligazioni hanno scadenze più brevi rispetto alle Tier 2 e non possono essere utilizzate per coprire perdite come quelle Tier 1. Tuttavia, le Tier 3 sono anch’esse subordinate e rimborsate dopo gli obbligazionisti senior.

Le obbligazioni Tier 1, in virtù del loro alto rischio, offrono tipicamente un rendimento più elevato rispetto ad altri titoli di debito subordinato. Tuttavia, questo rendimento maggiorato è da considerarsi una compensazione per il rischio elevato di perdita del capitale e per l’incertezza legata al pagamento delle cedole. Non è raro, infatti, che gli emittenti offrano tassi di interesse allettanti per attirare investitori, ma va sempre considerata la possibilità che il pagamento delle cedole venga sospeso o che l'investimento subisca una conversione forzata o una svalutazione significativa.

Profili di investimento e precauzioni

Le obbligazioni subordinate Tier 1 non sono strumenti adatti a tutti gli investitori. Sono considerate strumenti speculativi, indicati principalmente per chi possiede una buona conoscenza dei mercati finanziari e una forte tolleranza al rischio, e per chi è consapevole del potenziale di perdita totale. A causa della loro struttura complessa e dei rischi elevati, la maggior parte dei consulenti finanziari suggerisce di limitare l’esposizione a questo tipo di strumenti e di considerare un’adeguata diversificazione nel portafoglio.

Prima di investire in obbligazioni Tier 1, è essenziale leggere attentamente il prospetto informativo, comprendere le clausole e le condizioni associate al titolo e, possibilmente, consultare un consulente esperto. Inoltre, gli investitori dovrebbero valutare periodicamente la solidità finanziaria dell’istituto emittente, monitorando eventuali segnali di difficoltà finanziaria che potrebbero influire negativamente sul titolo.

Gli upper tier 2

Sono, dopo le Tier 1 i bond junior più pericolosi. 

I lower tier 2

Le subordinate Lower Tier 2 sono i tipi di bond subordinato più usati. Spesso hanno durata decennale. In caso di liquidazione dell’emittente, tale strumento viene preferito ai Tier 1 e Upper Tier 2, risultando soddisfatto allo stessa maniera dei Tier 3, ma comunque dopo le obbligazioni senior .

Possono avere scadenza fissa oppure essere dotati di una clausola di risarcimento anticipato (mai prima del quinto anno di vita e, solitamente, cinque anni prima della scadenza finale). Se la banca  non usa l’opzione di rimborso anticipato nella prima data autorizzata, non solo la cedola viene incrementata in modo corposo (clausola di step-up).

I tier 3

I Tier 3 sono i bond subordinati con il minor indice di rischio (e quindi meno remunerativi). Poiché non sono conteggiati dalle banche come capitale di vigilanza vero e proprio sono un asset class poco conosciuto. Hanno scadenza breve, solitamente dai 2 ai 4 anni.

Cosa c’è da sapere

Prima di investire i propri fondi su delle obbligazioni subordinate, comunque, ci sarebbero da sapere un paio di cose ed è per questo che adesso analizziamo cinque punti che spesso passano, in modo assolutamente errato, in secondo piano:

  1. Sono strumenti complessi e assolutamente difficili da inquadrare: spesso le caratteristiche tecniche dei titoli elencati precedentemente sono scritti in inglese e molto difficile da interpretare in quanto fanno riferimento al diritto civile e alla normativa bancaria. Per capire fino in fondo il senso e le caratteristiche di questo meccanismo bisogna aver chiara la logica di funzionamento delle banche centrali e degli intermediari creditizi.
    Altresì non è sempre facilmente evincibile dalle documentazioni a quali rischi si va incontro ed è assolutamente sconsigliato andare incontro a questi Investimenti avendo tra le mani solo delle informazioni sommarie per non dire superficiali;
  2. Il rischio di credito è elevato: tutte le obbligazioni subordinate comportano un rischio elevato di perdita del proprio capitale e di interessi superiori rispetto alle obbligazioni di natura ‘senior’ e che quindi non sono subordinate. Quasi sempre il rischio di perdere il 100% è praticamente cosa fatta in quando vengono privilegiati sempre gli altri creditori e il cosiddetto cuscinetto di capitale destinato ad alleviare le perdite dei finanziatori risulta essere quasi sempre limitato;
  3. Liquidità troppo scarsa: i bond subordinati possono essere difficile (per non dire impossibile) sia da acquistare che da vendere in quanto ogni titolo fa ovviamente storia a se in particolar modo in questo periodo (ovvero nell’ultimo biennio) dove fattori quali l’extension risk complicano di molto il compito dei market maker;
  4. Rischio difficile da poter diversificare: il prezzo di queste obbligazioni nel recente passato ha subito un periodo di estrema turbolenza rendendo praticamente impossibile gestire e diversificare il rischio e a questo punto l’avere un portafoglio ampiamente diversificato non è sinonimo di controllo del rischio. E se a questo aggiungiamo le oscillazioni il quadro diventa sempre più incerto e rischioso.

Vantaggi e rischi dell'investimento

Il principale vantaggio di investire in obbligazioni subordinate è il rendimento più elevato che offrono rispetto al debito senior. Questo le rende interessanti per gli investitori che cercano di ottenere migliori rendimenti dai loro investimenti. Inoltre, queste obbligazioni sono tipicamente emesse da società con un eccellente rating creditizio, offrendo un profilo di rischio inferiore rispetto ad altri tipi di investimenti.

Tuttavia, le obbligazioni subordinate comportano anche alcuni rischi. Per cominciare, i detentori di queste obbligazioni hanno un diritto di priorità inferiore sui beni in caso di insolvenza, il che le rende molto più rischiose rispetto agli strumenti di debito senior. Possono anche essere poco liquide e difficili da negoziare sul mercato secondario a causa delle loro lunghe scadenze e dei bassi livelli di liquidità. Inoltre, i tassi di interesse possono cambiare drasticamente nel tempo a causa delle fluttuazioni del mercato,

Come calcolare il valore di un'obbligazione subordinata

Si calcola tenendo conto del suo tasso cedolare, degli attuali tassi di interesse di mercato e della durata residua. Più il tasso cedolare è alto, più l'obbligazione avrà valore. D'altra parte, se gli attuali tassi di interesse di mercato sono più alti del tasso cedolare di un'obbligazione, questa si svaluterà. Allo stesso modo, man mano che le obbligazioni si avvicinano alla loro scadenza, il loro valore diminuisce perché gli investitori hanno meno tempo per beneficiarne.

Per calcolare il valore di un'obbligazione subordinata, un investitore deve conoscere il suo tasso cedolare e il tempo rimanente alla scadenza. Quindi può utilizzare queste informazioni per confrontarle con i tassi d'interesse prevalenti sul mercato al fine di determinare quanto dovrebbe

Implicazioni fiscali

Le implicazioni fiscali del possesso di obbligazioni subordinate dipendono dal tipo di investitore. Ad esempio, se sei un investitore individuale, le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dalla vendita di un'obbligazione subordinata saranno tassate come plusvalenze a breve o a lungo termine, a seconda del periodo di tempo trascorso prima della vendita. Allo stesso modo, se sei una società, qualsiasi reddito derivante dal pagamento degli interessi sarà tassato in base all'aliquota d'imposta societaria. È importante comprendere queste implicazioni prima di investire in obbligazioni subordinate, in modo da poter prendere decisioni informate sui tuoi investimenti.

Cosa considerare quando si acquista o si vende un'obbligazione subordinata

Quando acquistano o vendono un'obbligazione subordinata, gli investitori devono considerare diversi fattori.

  • In primo luogo, devono valutare l'affidabilità creditizia dell'emittente, che determinerà la sua capacità di pagare gli interessi e di rimborsare il capitale.
  • In secondo luogo, devono prendere in considerazione le attuali condizioni di mercato e i tassi di interesse prevalenti per valutare il valore dell'obbligazione rispetto a tali tassi. In terzo luogo, gli investitori devono considerare le implicazioni fiscali che possono derivare dal possesso o dalla negoziazione di questi strumenti.
  • Infine, devono essere consapevoli di eventuali problemi di liquidità associati a queste obbligazioni e tenerne conto nel loro processo decisionale. Investire in obbligazioni subordinate può essere remunerativo se fatto correttamente; tuttavia, è importante che gli investitori comprendano tutti i rischi del caso prima di prendere una decisione di investimento.

Autore: Laura Perconti

Immagine di Laura Perconti

Laureata in lingue nella società dell’informazione presso l'Università di Roma Tor Vergata, Laura Perconti segue successivamente un Corso in Gestione di Impresa presso l'Università Mercatorum e un Master di I livello in economia e gestione della comunicazione e dei nuovi media presso l'Università di Roma Tor Vergata.