Dopo aver scritto un approfondimento che vi spiega come si compone il codice fiscale e uno che riguarda l'F23, oggi cambiamo tema. Oggi ci occupiamo di rispondere alla domanda... come non pagare Equitalia? Equitalia altro non è che una società italiana, che esercita un controllo pubblico totale con la riforma della riscossione. Questa società è impegnata nella riscossione dei tributi all’interno di tutto il territorio, eccetto per la Sicilia. A partire dall’anno 2017, il gruppo di Equitalia è stato sciolto e convertita in un’altra realtà. L’attività delle funzioni riguardanti la riscossione viene svolto oggi dall’Agenzia delle entrate-riscossione, un ente pubblico economico e funzionale dell’Agenzia delle entrate. Fino all’anno 1990 nella nostra nazione, la riscossione delle tasse era di competenza di numerosi soggetti che si muovevano in realtà molto piccole, con Equitalia sul piano provinciale, molte realtà si sarebbero dovute unificare.
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- Il tetto minimo e massimo per invalidare una cartella esattoriale
- Come non pagare Equitalia: gli eredi del debitore non pagano?
- Cartella invalidata in caso di debitore nullatenente
- Invalidamento della cartella in caso di conto corrente in rosso
- La prescrizione può invalidare una cartella esattoriale
- Cartelle Equitalia nulle per non corretta notifica o la sua mancanza
- Modulo per la delega di Equitalia: non solo per la fattura elettronica
- La normativa sulla fattura elettronica
- Modulo per la delega di Equitalia: alcuni servizi possono essere demandati anche a non intermediari
Quello che più veniva evidenziato dalla realtà di Equitalia, era il fatto che il tipo di riscossione che si esercitava era sia da ruolo che relativa ai versamenti unitari. Esemplari attività erano: la riscossione dell’ICI, la riscossione a mezzo ruolo, l’avviso esecutivo per i tributi erariali e l’avviso di debito per la riscossione dei contributi previdenziali INPS.
Nonostante il suo impegnato operato, ad Equitalia sono state mosse delle critiche non indifferenti: essa è stata oggetto di un momento in cui la pressione fiscale e la crisi economica sono state pressanti e forti in tutta la nazione italiana. Le principali contestazioni riguardavano i tassi di interesse eccessivamente alti, insieme all’aggio di riscossione per le tasse. L’attivazione di differenti procedure, come ad esempio il pignoramento di alcuni beni, sono state spesso messe in questione da parte degli uffici stampa, anche se successivamente sono state pensate diverse garanzie per i cittadini (queste garanzie si sono rivelate in seguito compromettenti per l’intero recupero dell’evasione fiscale).
L’ultimo decreto che ha cambiato le sorti di Equitalia, è stato quello del governo Renzi, il quale ebbe la volontà di attuare una riforma strutturata ed operativa riducendo concretamente l’operato dell’Agenzia delle entrate. Una proposta che però non venne mai più rinnovata e che segnò l’invecchiamento di questo organo amministrativo.
La premessa dovuta è che non esistono modi per non pagare una cartella esattoriale emessa da Equitalia almeno ché in violazione di un diritto del contribuente riconosciuto per legge; pertanto non è possibile definire a priori se una cartella esattoriale debba essere onorata o meno, tuttavia esistono casi giurisprudenziali e situazioni ricorrenti per cui si può stabilire l’invalidità della cartella esattoriale e quindi stabilire come evitare di pagare pretese non dovute avanzate da Equitalia.
Il tetto minimo e massimo per invalidare una cartella esattoriale
Dal 1° luglio 2012, gli agenti esattoriali non possono notificare cartelle di pagamento di importi inferiori a 30 € comprensivi di sanzioni e interessi di mora; ciò significa che – di fatto – nel tetto minimo di 30 € possono rientrare pochissime ipotesi come un debito di basso importo o una multa pagata con un giorno di ritardo; infatti se l’importo dovesse aumentare proprio a causa del mancato pagamento del contribuente, con l’applicazione degli interessi e delle sanzioni, la cartella diventa immediatamente legittima superando il limite di 30 €.
Così come c’è un tetto minimo, esiste un limite alla riscossione di un debito di entità spropositata sulla base del principio latino nemo ad impossibilia tenetur, ovvero nessuno può essere costretto a pagare un importo oggettivamente impossibile d assolvere soprattutto nei casi un cui si parla di pignoramenti nei confronti di:
- Nullatenenti;
- chi ha redditi talmente da bassi da non riuscire a pagare il debito neanche lavorando tutta la vita.
La liberazione dal sovrindebitamento può avvenire in tre modi:
- Accordo con i creditori: raggiungimento di un accordo con il 60 % dei creditori da ratificare in tribunale;
- Piano del consumatore: decurtazione del debito per sentenza del tribunale anche in assenza di un accorso con i creditori (solo nel caso di debiti non derivanti da attività imprenditoriali);
- Liquidazione del patrimonio: disposizione della vendita dei beni da parte del tribunale con la ripartizione del ricavato tra i creditori.
Per poter fare ricorso a queste soluzioni, occorre dimostrare che non ci si è indebitati per colpa propria e di non aver usufruito di una simile procedura nei precedenti cinque anni. Il debitore dovrà redigere un programma con la consulenza di un professionista e a presiedere sulla regolarità ci sarà un “organismo di composizione della crisi” che può essere un avvocato o un commercialista.
Come non pagare Equitalia: gli eredi del debitore non pagano?
Se la cartella esattoriale è imputata a un soggetto defunto, gli eredi non devono pagare le sanzioni indicate nella cartella. Per fare ciò dovranno presentare istanza di sgravio. Il pagamento della cartella si può evitare qualora di è rinunciato all’eredità, in caso contrario, accettando l’eredità con beneficio di inventario, potranno ridurre la propria responsabilità ai soli beni ottenuti in successione; quindi, in caso l’erede decide di non pagare, Equitalia potrà pignorare solo i beni ereditati e non quelli del patrimonio personale. Un altro modo che gli eredi hanno per non pagare i debiti del defunto è la verifica della regolarità di notifica. Per essere valida, la notifica deve giungere entro il primo anno dopo il decesso nelle seguenti modalità:
- Direttamente agli eredi se hanno fatto comunicazione di decesso all’Agenzia delle Entrate;
Se la notifica giunge dopo un anno dalla morte del debitore, la notifica dovrà essere effettuata personalmente e nominalmente ai singoli eredi ciascuno per la sua parte e giungere al rispettivo indirizzo di residenza di ciascuno.
Cartella invalidata in caso di debitore nullatenente
Per nulla tenente si intende chi non possiede redditi o beni intestati a sé o in comunione con altri soggetti. Nel caso di accertamento di nullatenenza, non si potrò procedere contro il debitore e il debito sarà inserito nei “non recuperabili” la cui riscossione decade di norma dopo pochi anni.
Invalidamento della cartella in caso di conto corrente in rosso
Se il debitore possiede un conto corrente in rosso, ovvero, in perdita o su cui è aperto un fido o una procedura di “apertura di credito”, il pignoramento del conto corrente non può essere eseguito. Qualora l’ente esattoriale provvede ugualmente alla notifica, riceverà dalla banca una comunicazione di indisponibilità di denaro per cui il pignoramento si chiude con esito negativo.
La prescrizione può invalidare una cartella esattoriale
Una delle modalità più tradizionale per sperare di non pagare una cartella esattoriale è sperare nell’occorrenza dei tempi di prescrizione per gli importi richiesti, sempre se nel frattempo non arrivano atti interruttivi come per esempio un sollecito di pagamento, il preavviso di fermo o ipoteca, un pignoramento. Pur intervenendo la prescrizione, son sempre Equitalia cancella il debito, ma di norma occorre fare un ricorso in tribunale
Quali sono i termini di prescrizione? Come non pagare Equitalia?
A seconda del tributo di cui si è omesso il pagamento, variano i termini di prescrizione:
- 10 anni: termine di prescrizione per il mancato pagamento delle imposte come IRPEF, IVA, imposta di registro, diritti di Camera di Commercio, IRAP, Imposta ipocatastale, canone RAI e simili;
- 5 anni: per sanzioni amministrative
- 3 anni: per mancato pagamento del bollo auto. I tre anni decorrono dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello del previsto pagamento.
In tutti questi casi in cui la cartella è andata in prescrizione o non è stata correttamente notificata è possibile procedere alla contestazione della stessa anche senza l’aiuto di un avvocato e per via amministrativa.
Cartelle Equitalia nulle per non corretta notifica o la sua mancanza
Il pagamento delle tasse, nel nostro Paese, è sempre stato considerato da molte persone una fastidiosa incombenza, sebbene esse servano al mantenimento e funzionamento di tanti servizi essenziali per la comunità. Tuttavia, in alcuni casi può accadere che vengano recapitate delle cartelle Equitalia per un pagamento di tasse non effettuato. Una situazione a cui si deve prestare molta attenzione, in quanto possono esserci delle cartelle Equitalia nulle e che possono essere impugnate per diverse ragioni.
Difatti, così come è giusto che ognuno paghi la propria quota di tasse, è altrettanto giusto ricorrere, anche a livello legale, quando vi sono giustificati motivi per non doverle pagare. E da questo punto di vista, tante sono le situazioni che possono determinare la nullità delle cartelle Equitalia. Cerchiamo quindi di scoprire quali siano tali situazioni particolari, in modo da non dover pagare alcuna somma (in più rispetto al dovuto) agli enti statali di riscossione, potendoci basare anche su pronunce di tipo giuridico.
Uno dei casi più frequenti di nullità di una cartella esattoriale è che vi sia stata una mancata notifica nei confronti del destinatario, a causa dello smarrimento della stessa oppure per altri motivi. Contro azioni di pignoramento o ipoteche, dovute al mancato pagamento di una cartella mai arrivata a destinazione, un soggetto può fare ricorso per ottenere l’annullamento del debito riscontrato o di un avviso di pagamento, relativo appunto ad una cartella non ricevuta.
La nullità di quest’ultima può derivare anche dalla non corretta notifica della stessa. Ad esempio, quando questa avviene ad un vecchio indirizzo in cui non abita più il destinatario. A tal riguardo, le notifiche ad un vecchio recapito sono valide sino a 60 giorni dal trasferimento, tranne se una persona ha notificato subito all’Agenzia delle Entrate (AdE) questo cambio d’indirizzo. Altri casi di non corretta notifica, si hanno quando non viene apposta la data sulla relazione di notifica da parte dell’ufficiale giudiziario.
Nullità per incompletezza della cartella esattoriale o mancanza di precedenti avvisi
Sono rari i casi, tuttavia può accadere che una cartella non presenti gli elementi minimi richiesti affinché il destinatario possa comprendere l’origine della problematica ed esercitare il diritto a difendersi. Un elemento essenziale è, ad esempio, la motivazione, cioè l’indicazione della causa della cartella e quindi del tributo non pagato. Si può trattare dell’Imu o dell’Iva e deve essere anche indicato l’anno di mancato pagamento. Altro motivo di nullità della cartella è l’assenza del nominativo del responsabile del procedimento.
Un’ulteriore causa che può portare alla nullità della cartella esattoriale è la mancanza di precedenti avvisi. Difatti, la cartella spesso deve essere anticipata da un avviso di accertamento per un pagamento non effettuato di un determinato tributo e tale notifica deve essere eseguita dall’ente che detiene il credito, come ad esempio l’INPS o il Comune o la Regione o l’AdE. In assenza di tale preventivo avviso, allora la cartella esattoriale successiva è nulla e pertanto può essere impugnata.
Come far valere i propri diritti di nullità della cartella
Nei casi appena accennati, così come di tanti altri, la nullità di una cartella esattoriale non è automatica, ma lo diviene a seguito di un’apposita verifica da parte di un giudice. Di conseguenza, un soggetto, per mezzo del suo avvocato, dovrà rivolgersi al tribunale competente, che dovrà accertare quanto necessario al fine di annullare la cartella. Comunque, i giudici competenti possono essere vari, in base al contenuto di quest’ultima.
Nello specifico, la competenza è del giudice di pace, nel momento in cui la cartella ha ad oggetto multe per violazioni del codice della strada e altre sanzioni amministrative. È invece il tribunale ordinario, nella sua sezione lavoro, ad essere competente quando ad essere oggetto della cartella sono contributi Inps o Inail. Infine, la competenza è della Commissione Tributaria Provinciale nel resto dei casi e quindi nell’ipotesi in cui la cartella abbia ad oggetto altri tributi ed imposte.
Per poter fare ricorso per la nullità di una cartella, si hanno a disposizione 60 giorni dalla data della notifica e quindi dal momento in cui la cartella è stata consegnata al destinatario o, in sua assenza, ad un familiare convivente oppure al postino, prescindendo poi quando questi ultimi soggetti l’abbiano consegnata effettivamente e direttamente al destinatario. Comunque, esistono anche altre modalità di avvenuta consegna, che variano in base alle situazioni.
Modulo per la delega di Equitalia: non solo per la fattura elettronica
Se sei un libero professionista in possesso di una partita IVA, un imprenditore o semplicemente un lavoratore autonomo, hai la possibilità di conferire al tuo commercialista ( o ad un intermediario come CAF e patronato) la delega per i servizi di fatturazione con il Modulo per la delega di Equitalia. Facendo tale operazione, se il tuo commercialista necessita di vedere un documento per questioni burocratiche, può collegarsi automaticamente al tuo cassetto fiscale e al relativo servizio di Fatturazione elettronica immediatamente. Nella pratica quotidiana, mediante questa delega, i rapporti tra commerciante e commercialista sono più diretti, il che elimina molteplici scocciature. L’Agenzia delle Entrate ha per di più introdotto un provvedimento nel 2018, quello n.291241, per il quale ha dichiarato come è bene che si conferisca la delega: il consulente fiscale deve infatti inviare la richiesta all’Agenzia delle Entrate, esclusivamente per via telematica. Il consulte fiscale deve consegnare al cliente un Modulo per la delega di Equitalia da compilare con i suoi dati e con la concessione del mandato e inviare il modulo attraverso l’Aera riservata, nella quale si trovano tre modalità di invio:
- Massivo, ovvero attraverso un invio online tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate;
- Puntuale, attraverso un invio online tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate; per inviare una sola delega;
- PEC.
Il consulente che, per quel libero professionista, ha presentato la dichiarazione IVA dell’anno passato, può inviare la delega tramite modalità puntuale o massiva. Alternativamente è possibile attivare la delega via PEC. Nel caso di quest’utlima modalità l’intermediario deve seguire i passi successivi:
- Consegnare al cliente il Modulo per la delega di Equitalia, cosicché il cliente possa compilarlo, firmarlo e consegnarlo.
- L’intermediario predispone un file firmato digitalmente, contenente (Fotocopia della delega, documento di identità e Codice fiscale del cliente; Prospetto apposito;dichiarazione sostitutiva di atto notorio di ricevuta procura e dichiarazione di impegno a conservare per 10 anni i modelli originali.)
La normativa sulla fattura elettronica
Il provvedimento dell’Agenzia delle entrate del 5 novembre 2018 dispone il modello e le istruzioni per la compilazione del modulo di conferimento delega fattura elettronica. Il Modulo per la delega di Equitalia è disponibile online sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
La fatturazione elettronica è stata resa obbligatoria per tutte le operazioni tra privati a partire dal 1° gennaio 2019, ma l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione già dal 13 giugno 2018 le indicazioni per effettuare la delega a intermediari terzi per la fatturazione elettronica. Il provvedimento definisce la tipologia di servizi delegabili, gli intermediari e i casi in cui è ammessa la delega libera anche ad altri soggetti. La delega ai servizi di fatturazione elettronica ha una durata massima di 4 anni, salvo rinnovo o diversa indicazione da parte del contribuente delegante.
Come si fa ad ottenere il Modulo per la delega di Equitalia
Il Modulo per la delega di Equitalia deve essere presentato dal contribuente richiedente presso qualsiasi ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate o intermediario abilitato che provvederà all’invio telematico. Il modello con le relative istruzioni per la compilazione e l’uso è scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate.
Lo stesso modulo può essere utilizzato anche per la revoca dell'autorizzazione agli intermediari o altri soggetti per l’uso dei servizi di fatturazione elettronica tramite il sistema SDI.
Sintesi dei contenuti delle istruzioni
La richiesta di conferimento dell'autorizzazione agli intermediari o soggetti terzi comporta la possibilità di accesso ai seguenti servizi di fatturazione elettronica:
- Registrazione dell’indirizzo telematico;
- Accreditamento e censimento dei dispositivi.
Con il Modulo per la delega di Equitalia si possono delegare fino a 4 soggetti diversi (un modulo per ciascun soggetto intermediario individuato) e la durata dell'autorizzazione è stabilita dal delegante nel limiti di due anni dalla data di conferimento. Se la durata non viene specificata, è automaticamente fissata a 2 anni, salvo deroghe o revoche.
L’intermediario potrà effettuare la registrazione al SDI dell’indirizzo telematico del delegante per ricevere copia delle fatture elettroniche e generare il QR Code per l’acquisizione automatica dell’anagrafica IVA del delegante.
Modulo per la delega di Equitalia: alcuni servizi possono essere demandati anche a non intermediari
Il Modulo per la delega di Equitalia permette di delegare alcuni servizi anche ad altri soggetti non intermediari, relativamente all’emissione della fattura elettronica e alla conservazione, in particolare potrà:
- predisporre e trasmettere tramite il Sistema di Interscambio fatture elettroniche
- gestire il servizio di conservazione delle fatture elettroniche;
- visualizzare lo stato dell’adesione al servizio di conservazione delle fatture elettroniche;
- accreditare e censire i dispositivi per la trasmissione dei file con i dati dei corrispettivi;
Delega al cassetto fiscale
Per cassetto fiscale si intende il servizio che consente al commercialista o altro intermediario di consultare online le informazioni contenute nel “cassetto fiscale”, appunto, il profilo privato del proprio assistito, previa autorizzazione di quest’ultimo. Il cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate, dell’INPS, di Equitalia o dell’INAIL altro non è che uno strumento informatico, mediante il quale il contribuente, l’assistito o l’intermediario possono accedere a determinati servizi dell’ente dopo regolare accesso tramite PIN.
Anche nel caso del cassetto fiscale è possibile compilare un modulo di delega che dovrà essere trasmesso telematicamente e solo successivamente l’intermediario delegato vi potrà accedere. Gli intermediari che possono essere delegati sono al massimo 2 e la durata della delega è stabilita a 4 anni, salvo revoca. Il modulo per la delega al Cassetto Fiscale è scaricabile dal sito dell’Agenzia delle entrate con relative istruzioni.
Speriamo di avervi chiarito tutto sul Modulo per la delega di Equitalia